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Conviviale del 25 ottobre 2023 – “C’era una volta la ferrovia Cogne-Acque Fredde / La ferrovia in Valle d’Aosta, ieri e oggi” – Claudio CASTIGLION

LA RELAZIONE DI CLAUDIO CASTIGLION“C’era una volta la ferrovia Cogne-Acque Fredde”: sembra quasi l’incipit di una fiaba che si leggeva ai bambini prima della buonanotte. Si tratta invece di una storia vera, dal triste epilogo, che da un lato ripercorre la gloriosa avventura del trenino del Drinc, durata ben 57 anni (dal 1922, anno dell’inaugurazione, fino al 1979, anno della dismissione), dall’altro riassume le insormontabili difficoltà che hanno impedito al trenino minerario di trasformarsi in treno turistico e vivere così una sua seconda stagione. Il volume, scritto con molta cura da Claudio Castglion, l’ospite della serata, è stato stampato nel maggio 2023 dalla tipografia “La Vallée” di Aosta. Claudio, con il supporto di numerose slide, molte delle quali d’epoca, recuperate nei più svariati archivi e nelle collezioni private (tutte incluse nel volume), ha ripercorso i principali capitoli in cui è suddiviso questo suo ultimo lavoro. Ed ecco che riprende vita la costruzione e l’utilizzo della ferrovia Cogne-Acque Fredde-Charemoz (per anni la più lunga tratta ferroviaria a scartamento ridotto in Europa), con le sue due stazioni ferroviarie e le sue tre gallerie. Si inseriva in un sistema di trasporto combinato che aveva come epicentro le industrie siderurgiche Cogne di Aosta: una prima teleferica per il trasporto della magnetite dalla miniera di Colonna alla stazione di Cogne, il successivo traino dei vagoni su una linea ferroviaria elettrificata con tensione a 600 volt lunga circa 11 Km e infineuna seconda teleferica che dal vascone di raccolta di Charemoz trasportava il minerale direttamente nello stabilimento siderurgico. Era l’epoca dei cosiddetti “coccodrilli” – racconta Castiglion – nome affibbiato ai locomotori per il loro caratteristico muso allungato e i due grandi fari che ricordavano appunto un coccodrillo”.

“In Valle d’Aosta vi erano altre due tratte ferroviarie – prosegue Castiglion – la linea mineraria La Thuile-Arpy per il trasporto dell’antracite, a scartamento ridotto, e la tratta Pré- Saint-Didier-Aosta, a scartamento normale, che consentiva l’agevole trasporto del minerale destinato agli altoforni della “Società nazionale Cogne”, nonché il trasporto di passeggeri”. La tratta La Thuile-Arpy ebbe vita breve: terminata l’attività estrattiva della miniera di antracite di Col Croce nel 1966, seguirà forzatamente la chiusura della piccola ferrovia decouville. “Oggi nella piana di Arpy – ricorda Claudio Castiglion – si può percorrere una bellissima pista da sci di fondo dove anni prima esistevano i binari del raccordo minerario”. La relazione prosegue con la descrizione dell’utilizzo della tratta Aosta-Pré-Saint-Didier, aperta nel 1929 e sfuggita alla chiusura negli anni ’80, a seguito della politica nazionale dei cosiddetti “rami secchi”. Ebbene, la linea è ancora “ufficialmente aperta”, ma a far data dal 25 dicembre 2015 l’esercizio è stato “temporaneamente sospeso”. E’ di questi giorni il dibattito politico sull’ipotesi di riapertura della tratta entro il 2031. A proposito di linee mai piùriaperte, Claudio Castiglion ripercorre – in sintesi – le lunghe vicissitudini del trenino Cogne- Acque Fredde-Plan Praz (nel frattempo la linea era stata prolungata con la costruzione della nuova stazione di Plan Praz), un’odissea durata 42 anni (dal 1980 al 2022), costata alla Regione oltre 30 milioni di euro. Decine e decine di studi di fattibilità e relazioni tecniche, commissioni a non finire, e nel contempo normative sulla sicurezza sempre più rigorose (specie dopo il rogo nel tunnel del Monte Bianco), hanno di fatto impedito la tanto agognata realizzazione della “tramvia intercomunale Cogne-Acque Fredde-Plan Praz”. Nel 2012 una deliberazione della Giunta Regionale rendeva operativo lo smantellamento della tratta. E’ la fine di un sogno durato quattro decenni. Il materiale rotabile (nel frattempo acquistato ex novo in sostituzione delle gloriose automotrici d’epoca) viene messo all’asta e venduto nel 2022 ad una azienda milanese per 31.500 euro. Destinazione: una repubblica dell’ex Unione Sovietica.“C’era una volta un trenino…”: la fiaba è sempre lì. Raccontatela ai vostri figli, se volete.